lunedì 17 marzo 2014

Novara. Vescovado. Il volto ritrovato


Le comunità cristiane delle origini, come gli ebrei e i musulmani, osservavano il precetto biblico di non farsi immagini di dio.
Ma evidentemente il precetto avrebbe perso di senso se dio stesso avesse provveduto a fornire un'immagine di sé.
Secondo la tradizione questo avvenne a Camulia, piccola città della Cappadocia.
Zaccaria di Mitilene (fine del V sec.) attesta che un'immagine acheropita, cioè non dipinta da mano umana, sarebbe comparsa per condiscendenza al desiderio di tal Ipazia, che non avrebbe potuto credere in Gesù, senza averlo visto.
Come si vede, anche nella scelta del nome femminile, la leggenda è una raffinata polemica con il tendenziale empirismo della filosofia greca.
Immagine dei santi Sergio e Bacco, VI -  VII secolo  (Kiev),  Il volto di Cristo nel clipeo è considerata un'eco dell'antica Camulia
Nel 574 Costantino II fa trasportare la Camulia a Costantinopoli. 
Di quest'immagine si perdono le tracce a ridosso della controversia iconoclasta (726-834). 
Iconoclastia e scene della passione di Cristo,  manoscritto 850-875 circa, Mosca.
Nel Concilio di Nicea (787) convocato sulla questione delle icone, la Camulia è citata una volta sola.
In compenso si parla diffusamente di un altro acheropito, il Mandylion di Edessa.
Secondo Giovanni di Damasco, toparca di Edessa, Agbar aveva commissionato al pittore Anania un ritratto di Cristo. Ma il pittore era in difficoltà a eseguire l'opera per l'eccesso di luce che il volto di Gesù emanava. A questo punto fu Cristo stesso a trarlo d'impaccio, avvicinando al proprio volto un velo che, miracolosamente, ne restò impresso dei tratti.
Storie di Agbar, manoscritto, 1063, Mosca.
Agbar collocò l'immagine in una nicchia sulla porta della città. Ma col ritorno del paganesimo, la si dovette proteggere chiudendo la nicchia con un laterizio.
La nicchia viene riaperta solo quattro secoli dopo. La lampada votiva che vi era stata murata, arde ancora e il suo calore ha determinato l'impressione, sulla lastra di chiusura, del negativo dell'immagine, il Keramion.
Il ritrovamento del Keramion. Cornice a sbalzo, San Bartolomeo degli Armeni, Genova.
Nel 944 il Mandylion giunge a Costantinopoli.
Arrivo del Mandylion a Costantinopoli, ms XIII secolo, Madrid.
Alla leggenda di re Abgar, se ne aggiunge un'altra, per cui il Mandylion sarebbe il lembo di stoffa con cui Cristo si era deterso il sudore durante la passione nell'Orto degli Ulivi. Sarebbe dunque l'immagine di Cristo sofferente.
Dal X secolo, repliche del Mandylion e del Keramion, vengono collocate, nelle chiese, all'apice degli archi a est e a ovest.
Mandylion, affresco dalla chiesa di Sakli Kilise, Göreme, .
Mandylion e Keramion contrapposti, cattedrale del monastero di Mirozh.
Questa immagine diventa l'archetipo da cui derivano tutte le successive immagini di Cristo.
Il Mandylion resta a lungo accessibile per la venerazione e la riproduzione di copie, ma nel secolo XI cessa l'ostensione.
Nel 1204 la quarta Crociata si tramuta in guerra di conquista interna alla cristianità.
Costantinopoli è saccheggiata. Delle immagini acherotipe si perdono le tracce.

 







sabato 1 marzo 2014

nella basilica di san gaudenzio

Serie di otto quadri della vita del Santo opera di Giovan Mauro della Rovere detto Fiammenghino milanese (1575 - 1640).
1 San Gaudenzio arriva a Novara da Ivrea.
2 Incontro a Novara di Sant'Ambrogio con San Gaudenzio.
3 San Gaudenzio spegne miracolosamente l'incendio della città.
4 San Gaudenzio invita il Clero nella Diocesi.
5 San Gaudenzio rende miracolose le acque, toccandole.
6 Morte di San Gaudenzio.
7 Il popolo visita il cadavere di San Gaudenzio che si mantiene intatto.
8 San Gaudenzio caccia il demonio da una matrona romana.

Foto Zambruno Novara