sabato 8 novembre 2014

la baracca Antenori

A Craveggia (Val d'Ossola), la baracca Antenori è una delle ultime sopravvivenze contemporanee di quella voglia di fare cultura democratica, che ha caratterizzato la storia di classe del novecento.
Dagli albori del secolo e con una ripresa, effimera ma significativa negli anni '70, l'iniziativa culturale "dal basso" ha efficacemente contrastato l'egemonia borghese in questo campo, riuscendo, più di una volta, ad influenzare la cultura alta, quella che vorrebbe scriversi con la c maiuscola.
Travolta dalla pervasività di vecchi e nuovi media, e soprattutto dalla  pigrizia ingenerata dalla falsa percezione degli intellettuali come alleati naturali, l'aspirazione a scriversi da sé la propria storia e le proprie storie sembra ormai irreversibilmente scemata.
Ma piccole stalingrado di legno e cartone, resistono.
Scene, decori e burattini sono realizzati da Emanuele Antenori, la voce recitante e autore dei testi è Massimo Antenori, mentre la mamma, Bruna Dresti, ha confezionato i vestiti.
La scelta del teatro dei burattini si iscrive in una tradizione antica, era questa la forma di spettacolo popolare più diffusa e che veicolava spesso contenuti antagonisti. I burattinai del secolo scorso concludevano frequentemente i loro spettacoli nelle camere di sicurezza delle questure.
Ma si iscrive anche in un'altra, relativamente più recente tradizione, quella segnata dall'attività di Gianni Rodari e del suo Pioniere, fare sentire ai bambini un'altra voce, oltre a quelle di Walt Disney, della Silicon Valley e dei manga, cioè la voce, che non è mai neutrale, delle grandi multinazionali.
E' un settore che abbiamo completamente e colpevolmente abbandonato, forse per resa di fronte della superiorità tecnologica dell'avversario. Ma è sempre sorprendente osservare come i bambini, occasionalmente sottratti alla compulsività del Nintendo dall'ingenua caciara delle maschere, illuminino i loro volti di quella gioiosa meraviglia che è alla base di ogni conoscenza.