La sua attenzione si rivolse soprattutto alla pittura lombarda e, più
in generale, italiana, dell'Ottocento e del Novecento, a suo parere
ingiustamente sottovalutata rispetto alle esperienze impressioniste e
post-impressioniste dell'arte francese.
Nel 1919 partecipò alla fondazione a Milano del Circolo d'alta cultura che, anche grazie alla sua attività, assunse
un importante ruolo nelle vicende culturali di quegli anni Nello stesso anno
iniziò a curare una rubrica d'arte sul quotidiano milanese «La Sera »pubblicando,
tra l'altro, una serie di articoli sulla
I Biennale internazionale delle arti decorative allestita nel 1923 nella
villa reale di Monza.
Amico di Edoardo Persico, di cui condivideva le idee di rinnovamento
dell’architettura, nel 1926 scrisse un saggio, mai completato, Architettura alla garçonne (il cui
manoscritto, in gran parte, fu probabilmente disperso durante la perquisizione
che accompagnò il suo arresto nel settembre del 1944) in cui criticava il
nazionalismo architettonico di radice risorgimentale, schierandosi apertamente
al fianco delle più aggiornate ricerche europee e contro l'accademismo
coltivato dal regime fascista.
Non fu una rivista di tendenza e ciò gli permise di pubblicare opere
tra loro eterogenee. 1928 fu la prima rivista a dar credito agli architetti del
Gruppo 7, fino ad allora quasi
ignorati o contestati dalla pubblicistica nazionale.
Dal 1925 insegnò per quindici anni, a Milano, all'Accademia libera di cultura e arte.
Con l'istituzione della cattedra di storia dell'arte introdotta dalla
riforma Gentile, fu chiamato a insegnare nei licei statali milanesi Berchet, Parini, Beccaria, fino a quando
non ne fu allontanato perché rifiutò il giuramento fascista.
Dal 1929 iniziò a occuparsi anche di cinematografia, inserendola, per la prima volta in Italia, a pieno diritto tra le arti. A partire dalla metà degli anni Trenta la sua attenzione si rivolse sempre più verso l'architettura. Dal 1935 all'aprile del 1940 suoi articoli furono pubblicati sulle riviste «Domus» e «Casabella», in quest'ultima, nel 1936, successe a Edoardo Persico nella cura della rubrica Architettura mondiale
Nel luglio del 1940 venne arrestato dall'OVRA e internato con il figlio Paolo fino al febbraio del 1941, poi gli fu imposto il domicilio obbligato a Senago. Tornò, quindi, nella casa di famiglia a Vaciago dove si dedicò alla stesura del libro La disfatta dell'Ottocento.In questi anni mantenne la collaborazione con «Casabella» e «Domus», mentre i suoi articoli furono rifiutati dal «Corriere della sera». Continuò nella sua attività antifascista, e fu vicino al movimento partigiano della Val Tornato a Milano, cercò di formare un gruppo di lotta costituito per la maggior parte da artisti e intellettuali. Con nome di battaglia "Giusto" collaborò regolarmente a giornali clandestini di propaganda politica, tra i quali l'«Avanti!». Il 14 settembre 1944 fu arrestato con la moglie e il figlio Federico dalla legione Muti, venne torturato e trasferito nei primi giorni di ottobre nel carcere milanese di S. Vittore.
Fu successivamente deportato a Mauthausen, dove morì al campo Gusen 2
nella notte tra il 5 e il 6 gennaio 1945.